domenica 13 novembre 2011

Diario/ Inquietudine dell'ignoranza mia

Molti dubbi, molte incertezze e senso di sopraffazione rispetto a questioni che sembrano non competerci per profondità di giudizio. Come spesso è accaduto in questi ultimi mesi ci ritroviamo difronte all'ennesima impasse della politica. Alle riflessioni che essa suscita non sappiamo se stare a destra, a sinistra, al centro oppure rimanere lì dove siamo sempre stati, in quella sorta di limbo intellettuale in cui il nostro pensiero pratico (quotidiano) sembra non coincidere mai con l'ideologia della politica.
Quando accade che il dubbio prevarica la scelta e la sicurezza lascia il campo all'incertezza, cerco conforto nelle parole. Nella speranza che esse possano essermi di aiuto nella comprensione di ciò che giudico, cerco di recuperare il senso originario della loro pronunciazione. In questo caso tre parole:




Le parole sono strumenti. Come tali sono al servizio dell'uomo che è il solo che può scegliere se utilizzarle al meglio, con parsimonia e con sapienza, oppure in modo grossolano e mediocre, facendole rombare alle orecchie degli stolti.

Ho voluto fare un esperimento per soddisfare la mia curiosità. Per la verità non è un esperimento. Però è una sperimentazione. E' curioso vedere come una macchina-sistema traduce le parole in mosaici di immagini. GOOGLE fa questo. Traduce rispettivamente DEMOCRAZIA, REPUBBLICA e POLITICA, in queste matrici di immagini:

democrazia

repubblica

politica


Sono perplesso. Mi attendevo un risultato diverso...
Mi sa che GOOGLE non ha capito bene quello che chiedevo. Oppure...
Oppure sono io che non riesco a comprenderne il linguaggio.
Di nuovo daccapo quindi.

martedì 1 novembre 2011

Luoghi/ Bevagna/ Torre del Colle/ La chiesa fuori le mura







Archivio delle idee/ 07


La moltiplicazione delle macchine per il trattamento delle informazioni investe ed investirà la circolazione delle conoscenze così com'è avvenuto con lo sviluppo dei mezzi di circolazione delle persone prima (trasporti) e di quelli dei suoni e delle immagini poi (media).
Questa trasformazione generale non lascia intatta la natura del sapere. Esso può circolare nei nuovi canali, e divenire operativo, solo se si tratta di conoscenza traducibile in quantità di informazione. Se ne può trarre la previsione che tutto ciò che nell'ambito del sapere costituito non soddisfa tale condizione sarà abbandonato.
[...]
L'antico principio secondo il quale l'acquisizione del sapere è inscindibile dalla formazione (bildung) dello spirito, e anche della personalità, cade e cadrà sempre più in disuso. Questo rapporto tra la conoscenza ed i suoi fornitori ed utenti tende e tenderà a rivestire la forma di quello che intercorre fra la merce ed i suoi produttori e consumatori, vale a dire la forma del valore. Il sapere viene e verrà prodotto per essere venduto, e viene e verrà consumato per essere valorizzato in un nuovo tipo di produzione: in entrambi i casi, per essere scambiato.
[...]
La mercificazione del sapere non potrà lasciare intatto il privilegio che i moderni stato-nazione detenevano e detengono ancora in materia di produzione e di diffusione delle conoscenze. Che queste ultime dipendano dallo stato come 'cervello' o come 'spirito' della società, è un'idea che diverrà obsoleta in rapporto al rafforzamento del principio inverso secondo il quale la società può esistere e progredire solo se i messaggi che circolano in essa sono ricchi di informazione e facilmente decodificabili. Lo stato comincerà ad apparire come un fattore di opacità e di 'rumore' per una ideologia della 'trasparenza' della comunicazione.

da La condizione postmoderna
di Jean-François Lyotard
(1979)

Appunti fotografici/ Livelli di lettura



Settembre 2011
MAXXI, Roma