Questa trasformazione generale non lascia intatta la natura del sapere. Esso può circolare nei nuovi canali, e divenire operativo, solo se si tratta di conoscenza traducibile in quantità di informazione. Se ne può trarre la previsione che tutto ciò che nell'ambito del sapere costituito non soddisfa tale condizione sarà abbandonato.
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L'antico principio secondo il quale l'acquisizione del sapere è inscindibile dalla formazione (bildung) dello spirito, e anche della personalità, cade e cadrà sempre più in disuso. Questo rapporto tra la conoscenza ed i suoi fornitori ed utenti tende e tenderà a rivestire la forma di quello che intercorre fra la merce ed i suoi produttori e consumatori, vale a dire la forma del valore. Il sapere viene e verrà prodotto per essere venduto, e viene e verrà consumato per essere valorizzato in un nuovo tipo di produzione: in entrambi i casi, per essere scambiato.
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La mercificazione del sapere non potrà lasciare intatto il privilegio che i moderni stato-nazione detenevano e detengono ancora in materia di produzione e di diffusione delle conoscenze. Che queste ultime dipendano dallo stato come 'cervello' o come 'spirito' della società, è un'idea che diverrà obsoleta in rapporto al rafforzamento del principio inverso secondo il quale la società può esistere e progredire solo se i messaggi che circolano in essa sono ricchi di informazione e facilmente decodificabili. Lo stato comincerà ad apparire come un fattore di opacità e di 'rumore' per una ideologia della 'trasparenza' della comunicazione.
da La condizione postmoderna
di Jean-François Lyotard
(1979)
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