biografia sperimentale e memoria progettuale: architettura, fotografia, grafica, design, letteratura
mercoledì 29 dicembre 2010
Architettura/ Asilo di Aiola
(Reggio Emilia, 1916-2008)
• asilo di Aiola a Montecchio Emilia
testo e immagine tratte da AA. VV. ‘Enea Manfredini. Architetture 1939-1989’, Electa, Milano, 1989
mercoledì 22 dicembre 2010
martedì 21 dicembre 2010
Luoghi/ Berlino 1
Aldo Rossi/ quartiere schutzenstrasse
Hans Scharoun/ filarmonica di Berlino
Peter Eisenman/ monumento alla memoria delle vittime dell'olocausto
[2005]
venerdì 17 dicembre 2010
giovedì 9 dicembre 2010
Microarchitettura/ 05
sabato 23 ottobre 2010
Parole della musica/ 01
L'ESTRANEO (infiniti ritorni)
di Roberto Vecchioni
Lontano, lontano qualcuno
mi darà la mano
lontanto, lontano...
Dai dottori di Smirne ho imparato
il triangolo e il libro della vita
scorreva piano fra le dita;
coi mercanti di Tebe ho giocato
tutti i sensi di scacchi e di pedine
coi chicchi bianchi e le palline;
e dai profughi celti ho visto segni
per capire le stelle e aprire un velo
e far salire menhir al cielo.
Sotto i portici di Toledo
ho preso un bimbo nero per la mano
e mi portavano lontano i suoi occhi;
e correvo nelle mille sere,
con i dadi fermi nel bicchiere
e intorno amore, amore, amore, amore...
E in un attimo di Granada
ho ucciso per due volte uno stesso uomo
e non chiedevano perdono i suoi occhi...
e correvo nelle mille sere,
con i dadi fermi nel bicchiere
e intorno amore, amore, amore, amore...
E il mio vecchio che sa la verità
guarda il tramonto dalla collina:
da qualche punto lontano
suo figlio tornerà.
E ho imparato le mille posizioni
fra le gambe di donne e di bambini
le loro bocche come fiori
e ho giocato le cento rivoluzioni
la mia rabbia e le cento delusioni
che son mille e son tante
e son belle e son sante il giorno dopo.
E provai ogni droga più che vino,
il linguaggio del bruco e l'assassino
e a saper tutto senza parole.
E in una sera di Gerusalemme
dal vecchio ebreo che contrattava gemme
ho visto un dio che mi veniva incontro
e ho provato tutto per scappare,
ma lui insisteva: "Dài, fatti salvare,
ho tanto amore, amore, amore...".
E in un cortile di Gerusalemme
che aveva sceltto lui da chissà quanto
mi abbracciò e baciò e stava delirando,
e aver capito tutto in un istante
fu come morir le morti tutte quante
e non volere essere più niente, niente, niente...
E il mio vecchio che sa la verità
guarda il tramonto dalla collina:
da qulache punto lontano
suo figlio tornerà.
venerdì 22 ottobre 2010
giovedì 30 settembre 2010
Appunti di architettura/ 02
mercoledì 21 aprile 2010
martedì 6 aprile 2010
Nuova ricerca: foto-grafica/ Camposanto di Spello 01
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Camposanto di Spello 01
Mi manca la camera oscura. lo stupore e la cura dinnanzi all'immagine che emerge dalla carta.
Il bianco e nero tipografico delle fotografie di Mario Giacomelli è mio pensiero e mia memoria costante. indelebile.
La ricchezza e l'espressione dello spazio architettonico fanno parte della mia cultura consapevole. di quell'insieme (limitato) di cose profondamente volute con ostinazione e disciplina.
il bianco e nero. come luce e ombra. come pieno e vuoto. come dualità originaria di riferimento.
Raccontando di questa ricerca mi piace molto l'idea di emulsione, di immagine che nasce e si dischiude, sul supporto cartaceo, dopo un processo di disvelamento che non altera, bensì completa, la forma dell'immagine. Un percorso in grado di guidarci dall'immagine latente a quella formata.
Per adesso FOTO-GRAFICA.